Anjelino

Spesso durante i nostri viaggi abbiamo vissuto esperienze che meritavano di essere raccontate con maggiore respiro rispetto al diario, con più inventiva, con enfasi, con ironia.

Per questi motivi abbiamo raccolto qui quelle che per  ora hanno visto la luce. Altre sono ancora nel cassetto ma appena possibile si aggiungeranno alle esistenti per arricchire queste pagine che mescolano realtà e fantasia.

Buona lettura.

Anjelino perso sull’isola di Flores

Nota di premessa: Angelino, la nostra guida sull’isola di Flores, è una persona gentile e volenterosa che combatte ogni giorno con la grande difficoltà che comporta il dover tirare a campare in un paese povero, sfruttato e dimenticato. Qui molte persone come lui si guadagnano il pane quotidiano portando i turisti in giro per l’isola con jeep di proprietà di ricchi cinesi. Dei soldi che incassano vedranno probabilmente il 10% scarso. Forse nella storia che segue questo passa un po’ in secondo piano ed ecco il motivo di questa nota di premessa. Dovuta.

Le rovine di Maumere

indonesia_I_35Maumere, Flores, Indonesia: ad est di Giava, di Bali, di Lombok ecco la cattolica e poverissima Flores che ci accoglie in una mattina di sole. La piccola città ferita dai terremoti sonnecchia tra le rovine mai ricostruite delle sue vecchie case. I turisti che si spingono fin qui sono pochi e naturalmente contesi dalle guide locali; sceglierne una per attraversare l’isola è fondamentale. Scarsissimi sono i bus e assenti i treni. Ma scegliere una buona guida è anche una lotteria. Che abbiamo perso.

Vota Angelino

Scesi dall’aereo la fortuna ci fa intercettare un giovane ragazzo che, in un fluente inglese, ci convince a salire sulla sua auto e ci porta in un piccolo albergo (sicuramente dello zio). Ci diamo un appuntamento nel pomeriggio per contrattare il prezzo del tour dell’isola dei giorni a venire. I punti a suo favore sono: inglese ottimo, età similare alla nostra, simpatia, auto in suo possesso discreta. I punti a suo sfavore sono: il prezzo. Furbi come due faine ci lanciamo in una contrattazione estenuante sicuri di avere la meglio. Risultato: il nostro amico ci lascia con un “ci penserò” e sparisce nel nulla. Perso il primo giro di contrattazioni incontriamo una serie di altre guide, valutiamo offerte e, dopo molto pensare, scegliamo Angelino: all’apparenza di mezza età, magro e baffuto, pacato ma estremamente insistente. Perché scegliamo proprio lui? Ancora ce lo stiamo chiedendo.

Angelino drive a car

auto a Maumere - Flores

La mattina seguente il buon Angelino si presenta all’alba per la partenza. Ci aspettano molti chilometri e alcuni giorni in sua compagnia tra foreste, vulcani, villaggi sperduti e strade sterrate. Ci sorprende immediatamente alla prima tappa del nostro tour quando cerchiamo di capire perché siamo fermi sul ciglio della strada a guardare la corteccia di un albero: il suo inglese comprende all’incirca dieci vocaboli. Ma ieri non ce ne siamo accorti? Ma in che lingua abbiamo contrattato? Mah, comunque indietro non si può tornare. Ci faremo aiutare dai gesti. Sulle strade di terra e sassi la nostra guida pilota disinvolta, un po’ troppo a volte, soprattutto in curva o nell’incrocio con altri mezzi in direzione opposta, ogni dieci minuti si accende un Kretek, sigarette puzzolenti aromatizzate con chiodi di garofano, discretamente allucinogene, e la sua auto comincia a mostrare tutte le ferite rappezzate provvisoriamente. Dio ci aiuti.

Terrore in paradiso

Dopo una intera giornata di sobbalzi lungo l’isola, varie tappe, alcune incomprensibili, e tentativi falliti di conversazione con il buon Angelino eccoci arrivati a Moni, nell’interno, ai piedi del vulcano che domattina visiteremo. Troviamo alloggio e dopo una passeggiata tra le risaie scopriamo il nostro piccolo paradiso: pozza d’acqua tiepida e una cascata tra le rocce. Via i pantaloni e ci tuffiamo. Sarà l’atmosfera, sarà la stanchezza, ecco il colpo di genio in agguato: “Nuotiamo fin sotto la cascata, sì, dai, dai…” Detto fatto eccoci sotto il potente getto d’acqua che…in secondi due, netti, ci trascina a fondo in un gorgo imprevisto. Riusciamo ad uscirne non si sa bene come solo dopo aver bevuto un bel po’: alla faccia delle infezioni intestinali! Che fare ? Spezzare il momento magico e poetico, mettersi due dita in gola e… torniamo mogi verso il nostro giaciglio ricoprendoci di insulti. Forse nessuno ci ha visti. Speriamo.

Rally sul vulcano

E’ ancora notte quando Mr Angelino si piazza fiero al volante della jeep: dobbiamo salire con lui fino quasi alla cima del vulcano Kelimutu. La situazione è questa: buio, freddo intenso, stampata nella memoria l’immagine della notte precedente con Angelino ubriaco di arak che balla sul tavolo e canta a squarciagola. Salire o non salire ? Saliamo. Dopo le prime curve tra la foresta, due rischi infarto, tre penalità per quasi cappottamento, una ammonizione per derapata irregolare, tre cartellini gialli per contraccolpo da buca trascurata, quindici richiami verbali per eccesso di velocità su terreno fangoso, decidiamo di mandare a cagare Angelino che immediatamente si calma (o forse si sveglia ?!) e riesce a portarci sulla cima indenni. Anche per oggi riusciremo a vedere l’alba.

In panne nella pampa

RiungDopo il rally e l’alba sul Kelimutu la giornata prosegue con un lungo viaggio alla volta di Riung. Chilometri e chilometri di strade che certamente non aiutano la povera auto di Angelino: infatti dopo poche ore necessitiamo di un meccanico. Entriamo nel primo paese e fermiamo la carcassa davanti ad un’officina. Cioè, forse è un’officina: uomini in canotta, cacciaviti, martelli, qualche tubo: sì, deve proprio essere un’officina. Angelino apre il cofano con aria affranta ed inizia il consulto. Attorno al motore si raccolgono un po’ di persone. Ognuno dice la sua, tranne il nostro autista che di motori non ne capisce proprio nulla. Si fida degli esperti. L’equipe meccanico-chirurgica, dopo varie discussioni, opta per l’estrazione a cofano aperto e senza anestesia del carburatore che viene appoggiato per terra, nel senso proprio tra la terra, e preso ripetutamente a martellate con foga. A turno, dai vari membri dell’equipe. Probabilmente per finirlo senza sofferenza. No, forse no. Ecco che la massa ferrosa ammaccata viene reinserita, ancora due colpi ben assestati ed ecco fatto. Ripartiamo seguiti dagli sguardi dei meccanici che ci osservano con un misto di compassione, incredulità e derisione. Mentre Angelino ci porta via restiamo con il naso appiccicato ai finestrini, muti, ad osservare la nostra ultima speranza che si allontana.

Neanche un’ora dopo infatti ecco che la jeep emette un ultimo grido strozzato e poi muore sul ciglio della strada. Definitivamente. Angelino non si rassegna: al destino, all’inevitabile, al suo non capire nulla di automobili. Ficca la testa nel motore e armeggia a caso per quasi due ore. Cerchiamo di aiutarlo ma neppure ci risponde. Dalla solidarietà e comprensione per il suo disagio passiamo all’esasperazione per la sua ostinazione muta. Anche perché si sta facendo buio e siamo nella pampa più sconfinata e deserta mai vista. Ed ecco l’incredibile: dal nulla sbuca all’orizzonte un furgoncino saltellante. Fuggiamo senza indugi. Nell’allontanarci ci sentiamo sporchi traditori, ma in certi casi meglio lasciar fare al buon vecchio istinto di sopravvivenza.

Bye Anjelino, hope to see you soon. Or not ?

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